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Il progetto di rinnovo per l’impianto del Piottino

30 Maggio 2022

Ben riconoscibile a chi transita sull’autostrada A2 tra Biasca e Faido, la centrale del Piottino si prepara ad un intervento di rinnovo completo che interesserà le parti idrauliche, quelle elettromeccaniche e lo storico edificio. L’intervento segue quello eseguito presso la Nuova Biaschina di Personico, completato tra il 2016 e il 2019

L’edificio della centrale del Piottino, progettato dall’architetto Giovanni Greppi

La centrale del Piottino sorge a Nivo in territorio di Faido. Entrata in esercizio nel 1932 con due gruppi di produzione è stata
completata da un terzo gruppo nel 1957. L’acqua che alimenta l’impianto viene captata da una presa sul fiume Ticino, all’altezza di Rodi, ed è poi convogliata in una galleria che corre per quasi 10 km lungo il lato destro della valle Leventina. Oltre all’afflusso dal fiume Ticino viene convogliata nel sistema idraulico acqua proveniente da tre affluenti che scendono dal lato destro della valle. Trecento metri sopra la centrale partono le tre condotte forzate, ben visibili sul fianco della montagna, che alimentano individualmente i gruppi di produzione. Una volta turbinata l’acqua viene in parte restituita al fiume all’altezza di Lavorgo e in parte immessa nel sistema che alimenta la centrale Nuova Biaschina a Personico.

Nel corso della sua storia l’impianto del Piottino è stato sottoposto a regolari interventi di manutenzione e adattato alle mutate esigenze operative e di sicurezza. A 90 anni dalla prima messa in esercizio è giunto il momento di procedere a un esteso lavoro di rinnovo di tutte le sue parti elettromeccaniche, con contemporaneo risanamento delle opere di genio civile.
Le attività di progettazione del rinnovo sono iniziate nel 2021 e l’avvio dei lavori è previsto per il prossimo mese di agosto, con alcuni interventi preparatori. A partire da ottobre l’impianto verrà messo fuori servizio e l’intero sistema idraulico sarà
vuotato per permettere il risanamento dell’ultimo tratto della galleria, dove si trova la triforcazione che indirizza il flusso di acqua nelle tre condotte, la quale necessita una nuova protezione contro la corrosione. Le sei valvole a farfalla all’imbocco delle tre condotte forzate (due per ogni gruppo), che servono a intercettare l’acqua in caso di manutenzione o emergenza, saranno sostituite. Sono pure previsti il risanamento dell’edificio che ospita le valvole e della vasca in cui si accumula l’acqua in caso di blocco di emergenza dei gruppi di produzione.

L’impianto resterà fermo fino a metà febbraio 2023; nel corso dei lavori si procederà anche al rinnovo degli scarichi a valle delle turbine con la sostituzione delle tre paratoie che, quando chiuse, isolano il singolo gruppo di produzione, e al risanamento delle parti in calcestruzzo fino alla restituzione delle acque al fiume. Una volta terminati i lavori descritti si procederà con gli interventi ai singoli gruppi di produzione: essi saranno messi fuori esercizio singolarmente, permettendo agli altri due di rimanere sempre operativi. Le loro sostituzioni sono programmate con cadenza annua, tra il 2025 e il 2028, e includono anche i sistemi oleoidraulici, il raffreddamento e tutta l’automazione. Saranno sostituite anche le componenti elettriche ossia cavi, interruttori e trasformatori che allacciano i gruppi di produzione alla rete elettrica.

Contestualmente ad ogni unità produttiva ferma verranno eseguiti i lavori di rinnovo della protezione anticorrosione sulla rispettiva condotta forzata e sostituite le valvole sferiche che si trovano a valle delle condotte. Vi saranno pure degli interventi di risanamento degli edifici del comparto della centrale che includono sistemi di raffreddamento e raffrescamento adattati allo stato della tecnica, il rifacimento del tetto e altri interventi che permetteranno di aggiornare gli edifici alla soglia dei cento anni di attività. Grazie a questi lavori e con dei gruppi di produzione rinnovati, dal 2028 l’impianto beneficerà di un incremento in termini di efficienza e flessibilità che permetterà ad AET un esercizio sicuro e affidabile per i prossimi decenni, con effetti positivi lungo l’intera catena produttiva della Leventina.

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